Intervista ad Amalia Franceschetti, figlia di Delio, un dei fondatori
Come nasce l'idea di costruire il rifugio del Fargno?
Il tutto nasce dall'idea avuta dal C.E.M. (Club Escursionistico Maceratese ndr) per offrire un riparo e un punto di partenza a tutti gli appassionati di montagna.
Quando iniziarono i lavori e chi vi partecipò?
Ai lavori di edificazione parteciparono alcuni soci del C.E.M. di cui mio padre, Delio Franceschetti, era il presidente.
I lavori iniziarono nel 1968, avevo appena terminato le terza media. Mentre si portava a termine il piano inferiore il club si perse per strada. Rimasero a portare avanti il sogno solo "lu vecchiu" (così chiamavano mio padre) e fino a un certo punto Nando Pieroni.
E quando furono terminati?
Sono ancora in corso (sorride ndr).
A che punto della storia entra Luigi Marcolini?
MarcuIì, da vecchio boyscout e appassionato della montagna, si offrì di dare una mano, diede tutto se stesso, sentendosi parte integrante del progetto.
Poi sposò mia sorella Teresa, nel 1972.
Subito dopo il matrimonio, iniziarono i lavori del piano superiore, terminati poi nel 1978.
Chi era il cliente tipo del rifugio?
Non c'era il cliente, c'era il frequentatore del rifugio che negli anni diventava inevitabilmente amico. Non nacque come ristorante, il rifugio era ed è un punto di ritrovo per gli appassionati della montagna.
Parliamo di cucina, cosa offriva il rifugio?
Qui entriamo nel regno di Marculì, Teresa, e mia madre Vera, che però con l'arrivo dei nipoti iniziò a cucinare esclusivamente per loro.
La polenta con la salsiccia andava per la maggiore, la zuppa di lenticchie o i fagioli con le cotiche, la pasta come capitava, poi affettato e formaggi. Insomma una cucina semplice, con ingredienti locali e di qualità.
Come erano organizzati con il personale?
S'è fatto sempre tutto in famiglia, un po' tutti si sono avvicendati per dare una mano, compresi i miei figli Mariano e Valentina, che dal 2020 ha preso le redini del rifugio, insieme al marito Fabrizio.
C'è stato un periodo non gestito dalla famiglia.
Dal 2013 al 2019, complice l'età avanzata, Luigi ci ha lasciati a febbraio del 2020, il rifugio è stato dato in mano ad Andrea Salvatori.
Il futuro del rifugio?
Sono sicura che il rifugio continuerà ad essere un punto di arrivo e un punto di partenza, sempre a passo con i tempi.
Il rifugio del Fargno ti aspetta!